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L’articolo 1 comma 48 della legge di bilancio 2025 recante misure “Per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica ed energetica, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici” sul fringe benefit rischia di rappresentare un passo indietro dal punto di vista fiscale, ambientale e per l’industria dell’auto. Nel mirino finiscono le auto aziendali concesse ai dipendenti in uso promiscuo con alimentazione diesel e benzina che, per i nuovi contratti stipulati a partire dal 01/01/2025, saranno soggette ad un aumento della tassazione Irpef e contributiva.

La norma

La misura prevede la sostituzione del principio collegato alle emissioni di Co2 con quello basato sulla tipologia di alimentazione del veicolo andando a modificare i parametri di calcolo del valore imponibile del benefit, riducendoli per le vetture elettriche e ibride plug-in e prevedendo allo stesso tempo un forte aumento per tutte le altre alimentazioni:

  • Auto elettriche: tassazione al 10% del costo chilometrico;
  • Auto ibride plug-in: tassazione al 20% del costo chilometrico;
  • Auto a benzina e diesel: tassazione al 50% del costo chilometrico.

La “ratio” della misura è ampiamente condivisibile: promuovere l’acquisto di auto aziendali elettriche e plug-in, oggi pari al 10 per cento del parco vetture. Negli effetti pratici, tuttavia, verranno tassati maggiormente i modelli endotermici, che oggi rappresentano la maggior parte delle vetture noleggiate.

L’aggravio dei costi

Si stima un incremento di tassazione superiore al 70%, che rischia di frenare notevolmente l’acquisto ed il noleggio di nuovi veicoli aziendali. Le aziende ed i dipendenti che non avranno la possibilità di procedere all’acquisto di veicoli ecologici saranno quelli su cui graveranno i maggiori oneri contributivi, determinando un effetto regressivo sulla tassazione dei lavoratori dipendenti. L’incremento annuo del valore del benefit si aggira tra i 1000 ed i 1800 euro assoggettabili ad Irpef e porteranno ad una forte contrazione della busta paga. 

La norma corre il rischio di incidere anche sulle future scelte aziendali che saranno maggiormente orientate alla conservazione delle vetture precedentemente assegnate e non soggette alla nuova normativa. Aumentare la tassazione dell’auto aziendale, già molto pesante con la legge vigente, significa andare a colpire ulteriormente un settore strategico che svolge un ruolo importante nella transizione ecologica.

La nostra Società è a Vostra disposizione per ulteriori chiarimenti, approfondimenti ed assistenza tecnica.